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WEB MAGAZINE ESTATE 2011

Ogni stagione è una novità di informazioni, consigli, curiosità per vivere la tavola in modo creativo e sorprendente!

A Noto,
tra barocco e profumo di mandorle

Arroccato su un altopiano che domina la valle dell'Asinaro, Noto è un vero e proprio gioiello barocco. Passeggiando tra le vie di questo borgo non si può che restare affascinati dall’incredibile armonia e omogeneità degli edifici: una perfezione tale da sembrare quasi la scenografia di uno spettacolo teatrale o, se volete, un set cinematografico. E invece tanta bellezza nasce da un fatto tragico: l’antico borgo di Noto, che fino al XVII secolo sorgeva a circa 10 km dalla posizione attuale, viene completamente distrutto nel 1693 da un terribile terremoto.
Per la rinascita della città si sceglie un luogo meno impervio e di più ampio respiro, in cui la nuova Noto viene progettata da capo a piedi con un impianto semplice, lineare, in cui le strade parallele si incrociano ad angolo retto e sono ampie come vuole il nuovo gusto barocco.
Tre sono le strade principali che corrono da est a ovest perchè il sole le illumini sempre, regalando una magica luce dorata che si riverbera sulle linee e le curvature delle facciate, sui decori delle mensole, sui riccioli e le volute, sui mascheroni, i putti e i balconcini dai parapetti in ferro battuto modellati in forme aggraziate e panciute. La nuova Noto diventa così l’espressione trionfale dello stile Barocco, tanto da essersi conquistata il titolo di capitale del Barocco siciliano.

Ma c’è un altro tesoro da scoprire a Noto: le mandorle.
Tra gennaio e febbraio le colline intorno al borgo siracusano si ricoprono di un soffice mantello bianco: sono i mandorli in fiore, che tra luglio e agosto regaleranno un raccolto generoso di frutti.
Ancora oggi la produzione di mandorle segue gli stessi ritmi di sempre: tra luglio e agosto, i contadini di Noto battono i rami con le canne e raccolgono i frutti in grandi teli. Le mandorle vengono poi private del mallo che le avvolge, e deposte a asciugare.
Su queste colline si coltivano ancora delle vecchie varietà di mandorle, caratterizzate da un guscio spesso e legnoso che ha il pregio di trattenere i grassi, conservando a lungo sapore e profumo: si tratta della Romana, che dà frutti dal sapore intenso e aromatico; la Pizzuta d’Avola impareggiabile per forma e gusto e la Fascionello, simile per forma alla Pizzuta e profumata come la Romana.

Si deve agli Arabi la sapienza di lavorare i frutti tritati con albume d'uovo e miele, inaugurando la grande cultura siciliana dei dolci di mandorle. Una tradizione che nel tempo si è arricchita delle esperienze di Normanni, Spagnoli, Francesi, dando vita ad una miriade di ricette che variano di valle in valle, di città in città, di borgo in borgo.

Una visita alla splendida Noto non può dirsi completa, dunque, senza una sosta ristoratrice in una delle numerose pasticcerie per assaggiare i tesori di sapore che questo borgo ha da offrire: la granita e il latte di mandorle in primis, per poi passare alla martorana, il torrone, i mustazzuoli, i faccioni di Noto, gli amaretti e, naturalmente, la cassata, il dolce barocco per eccellenza.

Tutte estremamente valide, ne segnaliamo in particolare una, per la sua longevità: il Caffè Sicilia. Il Caffè Sicilia viene fondato da Alfonso Finocchiaro nel 1892 come luogo di incontro per letterati e uomini di cultura, dotato di caffetteria, gelateria e pasticceria ed è attivissimo e stimato ancora oggi. La produzione spazia tra moltissime specialità siciliane: cannoli, cassate, crema e latte di mandorle, e poi ancora marmellate di agrumi e dolci a base di frutta locale e miele provenienti dai Monti Iblei.

A Noto, tra barocco e profumo di mandorle
A Noto, tra barocco e profumo di mandorle
A Noto, tra barocco e profumo di mandorle


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